mercoledì 13 maggio 2009

Morti programmate.......

Nuovo capitolo della saga "Marvel Zombies"? No, ma ci manca poco!
Abbiamo appena annunciato il ritorno di Capitan America, sicuramente primo atto di un rilancio capillare della serie dedicata al discobolo, ma non solo, visto anche l'alta carica idealistica che personaggio di Steve Rogers riveste in tutto il Marvel Universe. Il "ritorno del veterano" sarà sicuramente la fine della Dark-Age, operazione a tempo determinato, ma che di certo ha avuto il merito di portare nuovi lettori alla corte di Quesada ed, in definitiva, anche storie decisamente anticonvenzionali....a partire dalla Civil War del 2007. Vi andavate ad immaginare un mondo istituzinalmente concentrato nelle mani di un Norman Osborn in armatura, giustiziere del bene? E, prima ancora, una Guerra Civile tra supereroi in cui i cattivi quasi mai compaiono? E la Secret Invasion, così meticolosamente programmata da avere più di un effetto retroattivo? La morte di Capitan America, non è dunque che un tassello, ma anche una possibile chiave d'uscita. Ad ogni modo l'epilogo è sempre lo stesso: il personaggio storico, prima o poi, torna sempre.
Detto questo, facciamo un sommario punto della situazione, nel contesto storico della narrativa supereroica delle due maggiori case editrici del settore: quante volte gli eroi sono morti e resuscitati?
Partiamo dal personaggio in ambito più attuale: Capitan America, oltre a quella del 2007, ha avuto, almeno altri 3 decessi.....da "Stanotte Muoio", ad "Infinity Gauntled" (francamente ridicola), a quella di metà anni '90 prima del rilancio di Waid e Garney. Poi passiamo a Thor, il quale ha avuto un'assenza ad inizio anni '90 (rimpiazzata da personaggio di Eric Masterson, poi a sua volta morto come "Thunderstrike"), e poi il "Ragnarok" del 2004-2005. Anni senza il Dio del Tuono in alcuna pubblicazione, però non sono bastati per decretarne la fine, anzi hanno ancor meglio aperto le porte ad un super rilancio del personaggio, affidato a J.M. Straczynski....ed alla fine ci ha guadagnato! Spider-Man poi, oltre al clone ed all'attuale reset, era anch'egli morto un paio di volte (nell'immancabile "Infinity Gauntled" di Jim Starlin-decapitato- e nella saga "The Other", in fin dei conti rivelatasi un grosso bluff). Nei Fantastici Quattro, abbiamo poi assistito alla metà degli anni '90 alla morte ed alla prolungata assenza di Reed Richards; mentre ora con la Secret Invasion, pare che l'amaro destino tocchi alla moglie, Sue Storm. Negli X-Men la più morta e resuscitabile invece pare essere, di nome e di fatto, Jean Grey, alias Fenice....attulamente ancora sottoterra, ma sempre in attesa. Altri personaggi morti ma non sepolti sono poi Bucky Barnes (tornato come Soldato d'Inverno, poi divenuto nuovo Capitan America), Elektra per mano di Bullseye (quella attuale.....sarà stata veramente resuscitata o era una Skrull sin d'allora?), senza scordarsi di Wonder Man, che ne ha proprio viste di tutti i colori. E la lista è alquanto riduttiva, se mi mettessi a citare tutti, nemici compresi, finirei la settimana prossima!!! In casa D.C. ricordo solo le maggiori defezioni ad effetto reversibile, a partire da "Crisis on the infinite earths": Supergirl, Flash-Barry Allen, Robin-Jason Todd, Superman ed ora Batman. Ebbene, eccetto che nell'ultimo caso, soltanto perchè la saga "Batman R.I.P." è ancora in corso, tutti e dico tutti i deceduti sono, in un modo od in un altro, ritornati dalla tomba.....assieme ad un esplosivo rilancio delle loro testate. Vi immaginate un mondo senza Bruce Wayne? Io decisamente no, quindi non temete.
Discorso a parte meritano i giovani comprimari, ossia Flash-Bart Allen e Superboy-Conner Kent; morti eroicamente, ma più che altro per aprire la strada ad altri scenari narrativi per personaggi di maggior caratura. Detto ciò quello che vedo più morto è il giovane Allen (la cui defezione ha permesso il ritorno dal limbo di Wally West, nei panni del velocista scarlatto)........ma magari anche in questo caso è solo questione di tempo.

sabato 9 maggio 2009

Il ritorno di Steve Rogers....

Alla fine come tutto si spezza, ogni cosa lentamente si ricompone.
Vari spoiler sulla rete già ci hanno anticipato abbondantemente quello che sarà l'epilogo della Secret Invasion, ossia un mondo totalmente rivoluzionato in chiave oscura. Innanzitutto i "Dark Avengers", che assumeranno il controllo istituzionale della sicurezza in USA, altri non sono che alcuni Thunderbolts, aggiunti di qualche diabolico innesto....ma ovviamente non vi rivelo chi si cela dietro i loro costumi, raffigurati qualche post addietro. Ma ovviamente non è finita qui. Quale sarà l'epilogo del Dark Reign?
La risposta a questa domanda ovviamente è celata nel più stretto riserbo, ma su tutto la notizia che fa più piacere è sicuramente quella del ritorno, sempre più certo e vicino, della bandiera vivente del Marvel Universe. Si è proprio lui, Steve Rogers, il quale, visto come si sono messe le cose dopo Civil War, pare l'unico in grado di restituire la luce in questa Dark-Age!
Attualmente non si sa come o quando l'originale Capitan America sia riuscito a sconfiggere la morte per l'ennesima volta, ma di certo non si sfocerà nel banale, essendo la storia nelle esperte mani del "suo assassino", ossia Ed Brubaker. Come in molti già paventano, ora si tratterà solo di dare un'adeguata ricollocazione al personaggio di Bucky Barnes, attuale erede del costume di Rogers, che pian piano ha trovato una sua dimensione nel Marvel Universe. Sinceramente la sua calotta corazzata e le sue scorrazzate con la Vedova Nera iniziavano ad entusiasmarmi.....me vediamo come andrà a finire. Un ritorno all'identità di "Soldato D'Inverno", pare l'ipotesi più accreditata. Vedremo....

mercoledì 6 maggio 2009

X-Men le origini: Wolverine

Fresco di visione, tiriamo un attimo le somme su questo atteso spinn-off dedicato James Howlett-Logan, alias Wolverine. Dopo il rifiuto di Bryan Singer, regista dei primi due film sugli X-Men, alla fine la regia è andata a Gavin Hood, filmaker non di primo piano, ma specializzato in pellicole d'azione e guerra spicciola (ha diretto anche qualche episodio della serie tv di Stargate). Premettiamo subito che il film non è un capolavoro, ha notevoli difetti sia nella sceneggiatura che nella regia; ma comunque è godibile e, per chi ama i fumetti e giustifica tutto, arriva pure ad essere nel complesso discreto. In poche parole siamo ben avanti rispetto a quella gran ciofeca che fu al tempo X-Men III. Sicuramente la parte migliore è proprio quella iniziale, almeno sino alla prima mezz'ora, in cui si mette in evidenza lo spessore storico del personaggio di Logan e sopratutto il rapporto sia con i suoi comprimari, che con la società civile degli ultimi cento anni. Certo mi sarei aspettato una regia più sensibile e meno frettolosa, sopratutto sugli eventi passati di Wolverine, specialmente quelli d'inizio secolo, altresì ben narrati sul fumetto "Wolverine Origins". Insomma, lo spunto sulla trama da prendere c'era tutto ed, invece, l'adattamento cinematografico ha subito notevoli differenziazioni rispetto alla storia originale e cartacea, talvolta semplificando ed, in molti casi, peggiorando le cose.
Gli eventi scorrono rapidissimi, poco introspettivi: praticamente dopo i primi dieci minuti si va subito alle guerre, combattute al fianco del fratellone Victor Creed: Prima e Seconda Guerra Mondiale, nonchè una trasferta in Vietnam. Poi la vita da mercenari al comando di Striker in Africa, dove compare anche un'altra vecchia conoscenza....Deadpool, nel fiore degli anni! In seguito, dopo l'ennesima efferatezza commessa dai suoi commilitoni, Logan divorzia dal suo vecchio team e si da alla pace dei monti canadesi, assieme alla compagna Volpe D'Argento.....ma nemmeno il tempo di piangerne la dipartita per mano del solito Creed (e qui le similitudini col fumetto ci sono abbastanza...), che Wolvie si rimette subito a caccia, concedendosi veramente poche lacrime e tante iniezioni di adamantio. Il resto è un mix tra film d'azione forsennata ed effetti speciali, con non pochi rimandi a qualche b-movie di vecchia conoscenza, quelli in cui il nemico cambia in continuazione e non si capisce mai chi sia il più cattivo. Di sangue nemmeno l'ombra, di morti invece molti....ma non impressionano, come se ci si fosse volutamente tenuti sull'interpretativo. Un tocco in più di "dark" ed uno in meno di ritmo, secondo me avrebbero reso la pellicola dieci volte migliore, senza rimandi ai film di Chuck Norris. Ad ogni modo i cameo di personaggi legati alle serie mutanti della Marvel non si sprecano e si va da Blob, allo stesso Wade-Deadpool, ad un giovane Scott Summers-Ciclope, ad Emma Frost, ad un liftato Professor Xavier, sino ad arrivare a Remy Lebeau alias Gambit. Non mancano però delle incongruenze e forzature che per qualcuno, come me, potrebbero risultare non solo eccessivamente fantasiose, ma perfino indigeste: innanzitutto Victor Creed.....è il fratello di Logan? Questa era solo una lontana ipotesi di qualche anno fa (legata proprio ad alcune implicazioni di Wolverine Origins di Paul Jenkins) poi smentita da specifiche analisi del sangue, eppure nel film i due sono fratelli sin dal 1895.....però! Che gli autori stiano cercando di ripensarci? Deadpool, inoltre, dopo un inizio molto buono è gestito malissimo nel finale, storpiato del tutto da quello che è in realtà....e non vi dico che gli fanno o come va a finire (sembra il Super-Skrull...)! Inoltre Volpe D'Argento è si "doppiogiochista sincera" ma è anche sorella di Emma Frost.....che minestrone!!!
In definitiva, dal film prendete le cose buone e vi soddisferà....non pensate alle cattive, perchè che non è un capolavoro si sa, ma non è nemmeno da buttare via. Hugh Jackman è superlativo!
I peggiori adattamenti Marvel rimangono tutt'oggi Daredevil ed X-Men 3......mentre la delusione maggiore rispetto alle aspettative continua a confermarsi Spider-Man 3. Wolvie è nella media, quindi lo promuoviamo; in attesa di un nuovo capitolo de "Le Origini" che si vocifera essere dedicato proprio a Deadpool, quindi ci sta pure l'occasione per rimediare a quello che hanno fatto al povero Wade. Alla prossima!

martedì 5 maggio 2009

Fabbri/Eaglemoss...prospera!

Se la postuma collezione di riproduzioni in piombo degli eroi D.C. è presto tramontata, con l'inaspettata rinuncia di Eaglemoss ad una distribuzione in Italia dopo appena 4 numeri; a quasi ottanta uscite è invece arrivata la serie di riproduzioni dei supereroi Marvel, sempre realizzate da Eaglemoss, ma stavolta pubblicate da Fabbri Editori. Le ultime due uscite sono state Miss Marvel (alias Carol Danvers) e Sentry. In quanto a realizzazione direi molto meglio la prima del secondo, il quale, a mio avviso, non rende giustizia al personaggio....poichè pitturato male e scarsamente definito! Peccato perchè ora, l'incostante qualità dei modellini a livello pittorico, comincia a farsi frequente, accostando riproduzioni veramente bellissime (basti pensare a Fenice-Jean Grey, oppure a Cap, Occhio di Falco, Iron Man, la Gatta Nera, gli FQ....e molti altri) ad altre altamente scarne e scarse (Freccia Nera, Havok, Dormammu, Sentry, Quicksilver...). Che dire? Pazienza! Per dovere di cronaca inserisco qualche foto dalla mia collezione e non sono tutti! Ho diviso i gruppi per tematiche: Vendicatori e Fantastici 4 families; eroi urbani; mutanti; cattivi. Cliccare sulle foto per ingrandire.















Uomo Ragno: I misteri iniziano a svelarsi....

Non solo più luce e sempre meno buio, ma anche il parco dei comprimari de "Il Nuovo giorno" di Spider-Man inizia a ben delinearsi. Innanzitutto suppongo che prima o poi la questione della "fatidica" seconda domanda di Mary Jane a Mefisto in One more day, venga riaffrontata seriamente, magari prima di un rientro in scena concreto della ex signora Parker. I sospetti di Max Brighel comunque non sono del tutto infondati: " e se come seconda richiesta, la povera MJ avesse chiesto al Diavolo di non dimenticare la sua passata (ora inesistente) vita coniugale, con tutto ciò ad essa connesso?" Un bel fardello ed il recente, indiretto, incontro tra lei e l'Uomo Ragno lascerebbe proprio intenderlo: si capiva chiaramente che la rossa sapeva, con un pizzico di malinconia, qualcosa di più di ciò che i fatti veri e propri stavano concedendo. Ma se fosse così, perchè mettersi con quella superstar hollywoodiana di Bobby Carr ed ingaggiarci una relazione che, credo, tutto sia fuorchè casta? Attendendo un'occasione per sovvertire il destino, non era meglio rimanere single e vegliare su Peter?
Per questo, forse c'è dell'altro, ma vedremo come andrà a finire.....
C'è poi il caso di Mr. Negativo che, visto quello che ha fatto alla malattia di Eddie Brock, tramutando l'ex Venom nella nemesi del Venom attuale (Mc Gargan)....si sta rivelando più che degno del suo nome: un vero generatore di opposti! Ad ogni modo l'Anti-Venom mi piace, speriamo che duri, visto come è stato mal gestito il personaggio simbiontico negli ultimi 10 anni. Sempre più certa è invece l'identità di "Minaccia", lo pseudo-Goblin che ha esordito proprio con il nuovo corso de "L'Uomo Ragno". Secondo me i sospetti ora sono quasi certezze: si tratta di Harry Osborn, per più di un ovvio motivo. Innanzitutto la tecnologia: Harry, anche se ora è fuori dall'azienda di famiglia, per gestire il Coffee Bean, ha avuto comunque accesso ai progetti Oscorp e potrebbe benissimo (come ha sempre fatto, d'altronde) aver messo mano sui gingilli del padre.
Secondo punto, l'aspetto fisico demoniaco del tutto naturale (Minaccia non indossa costumi), nonchè alcune reazioni d'irrascibilità assai sospette di Harry Osborn. A tal pro, è fin troppo facile ricordare che Harry era morto e sepolto (in una grandissima saga targata De Matteis/Buscema) ed è tornato in vita solo dopo One More Day......ne deriva che anche lui è un effetto del patto dei Parker col diavolo, quindi c'è del demoniaco in lui, bisogna vedere soltanto a che livello.
Chiudo con un piccolo quesito su Harry: ma del suo matrimonio con Liz Allen e di suo figlio Norman, perchè non se ne parla? Ricordo che quando Harry morì, malgrado la follia derivata dalla formula di Goblin, era legatissimo sia alla moglie che, soprattutto, al figlio. Norman era la sua ragione di vita, impossibile dimenticarla, nè con la morte nè con una nuova vita. Ora invece, eccezion fatta per i suddetti scheletri nell'armadio, il buon Harry vive da fresco trentenne in carriera, nel solare e quieto Coffee Bean, spesso e volentieri accompagnato dalla sua bella ed avvenente pupattola Lily Hollister. Insomma, sia lui che Peter, non solo sembrano più ingenuamente disinvolti, ma anche più giovani, sia fisicamente che intellettualmente. Che Mefisto abbia cancellato anche i ricordi e gli affetti coniugali di Harry?
Non so, ma mi mancano i tempi prima di One More Day, quella maturità delle storie per intenderci. Ora, invece, dopo un inizio di ampio respiro si sta andando troppo per le lunghe. E' impossibile dimenticare o rimodellare il passato, cambiando completamente l'approccio sulle cose. Ho la nostalgia di quell'odio sviscerato di Harry per Spider-Man e la difficile convivenza tra esso e la leale amicizia con Peter....quella era follia allo stato puro! Ma, visti i fatti di oggi, perchè odiare Spider-Man.... se Norman Sr. è vivo e vegeto, e non più morto-impizzato col suo aliante?
Insomma il passato non aiuta, speriamo solo che l'originalità dei team creativi di "The Amazing Spider-Man" sappia armonizzare quella che, finora, resta comunque una frattura tra il presente ed il passato di un personaggio, con tanta, troppa storia alle spalle. Che vuol dire? Prima del patto con Mefisto Peter, con tutti i suoi problemi, era un uomo...anzi, lentamente, con gli anni, le responsabilità, la vita vissuta (il matrimonio, le perdite, il dottorato, la parentesi della gravidanza di MJ, il periodo d'insegnamento nella suo vecchio liceo e quant'altro..) era giunto ad essere un uomo, con l'approccio alla vita serio e proprio di una persona adulta. Ora invece, malgrado qualcuno di questi fatti sia ancora valido come ricordo, pare un ragazzone...che vive alla giornata e spara quattromila battute, per sviare dalla realtà. Ok, siamo tornati agli anni '70, ma anche il personaggio è regredito......non ha solo dimenticato alcune cose, è proprio "tornato indietro pure con il cervello", togliendosi quei cinque-sei anni mentali di continuty. Questo non mi piace e spero che venga posto qualche rimedio più armonico, tra il Peter-prima ed il Peter-poi, ancora troppo diversi per essere il prodotto d'una semplice decontestualizzazione forzata.
Visto che "Brand New Day" non è una miniserie (purtroppo), armonizzare non sarà cosa facile, comunque al tempo l'ardua sentenza.... per ora B.N.D. sembra ancora un compartimento stagno (ben architettato, ma pur sempre tale) nella continuity ragnesca......per questo dico che è ancora presto per giudicare l'operazione rilancio di Quesada!

martedì 14 aprile 2009

Rewind: Adam Strange

Recentemente ho acquistato i tre volumi di Play Extra (21-22-23 del 1992) contenenti la miniserie Adam Strange. Ad esser sinceri, l'ho fatto con più curiosità che voglia, anche perchè sebbene conoscessi il personaggio da varie altre apparizioni su testate Dc, tra cui quella della Justice League; non mi aveva mai più di tanto incantato. Obiettivamente, trovavo improponibile l'accostamento tra i leggendari supereroi della Lega, con un semplice archeologo dotato di tuta spaziale e zainetto a razzi. Come era possibile? Non mi posi più di tanto la domanda e tralasciai la risposta per anni, limitandomi a considerare Strange come un pittoresco elemento di un cosmo di personaggi esteso e variegato. Ovviamente la mia definizione, o meglio impressione, era stata quanto di più riduttivo non ci potesse essere, visto che il personaggio esiste sin dal 1958 e la sua storia editoriale ha avuto il suo nobile e meritato spessore nei decenni; ad ogni modo poco m'importava.....pareva ridicolo! Questo almeno sino alla lettura della succitata vecchia miniserie importata per la prima volta qui da noi dalle Edizioni Playpress, nei cui crediti tuonava l'accopiata Adam Kubert (matite) ed Andy Kubert (colori). Io adoro entrambi i figli d'arte del vecchio Joe, sin dai tempi della Marvel, in particolare Andy, che ha deliziato con il suo tratto moltissime letture delle testate mutanti assieme a quelle di Capitan America, nonchè degli Avengers. Adam invece l'ho apprezzato maggiormente con il tempo, poichè più del fratello, ha saputo affinare il tratto con gli anni ed, all'occorrenza evolversi cambiando stile: basta vederlo ora all'opera assieme a Richard Donner su Superman per capire quanto sia diverso, da quando disegnava Wolverine o Gli Spiriti della Vendetta per la Marvel. Su Adam Strange, Andy disegna ed Adam colora; mentre Richard Bruning sceneggia. Vediamo un pò meglio di che cosa si tratta. Adam Strange è un archeologo molto affermato, terzo figlio, probabilmente nemmeno voluto, di una famiglia forse troppo anziana sia anagraficamente che culturalmente per lui. Un giorno, ritrovando un manufatto (il Raggio Zeta), viene incautamente teletrasportato in una nuova galassia, nella fattispecie sul Pianeta Rann, dove inizia a vivere una serie di nuove avventure, specialmente come difensore "alieno" della locale popolazione. Gli abitanti di Rann sono antropomorfi, in tutto e per tutto simili agli esseri umani, ma più apatici em moralmente spenti. Infatti il loro maggior grado di evoluzione tecnologica ha fatto si che questi abusassero delle macchine, via-via, perdendo stimoli e valori. Strange invece, incarnando la vitalità della natura umana, sembra per Rann non solo una possibilità di redenzione, ma anche un modo per capire come e quanto si era sbagliato in passato. L'archeologo diviene allora una sorta di guardia nazionale, indossando elmetto, zaino a razzi ed una tuta biancorossa. Malgrado l'appariscenza (a volte anche retrò e goffa) non è assolutamente dotato di superpoteri poichè, oltre al proprio equipaggiamento, le sue maggiori risorse risiedomo proprio nella scaltrezza e nell'intelligenza, che lo mettono in condizoni di superare, anche rocambolescamente, ostacoli altrimenti improponibili. Malgrado resti comunque un alieno, nella società di Rann non solo lentamente viene accettato, ma trova anche l'amore nella giovane e bella Alanna, figlia del notabile e saggio Sadath. Nella miniserie in questione, però molte carte tornano in tavola ed a Rann non tutti sono fieri o grati di ciò che Adam Strange ha fatto per loro e preparano un colpo di Stato, pronto a rovesciare quell'ordine che Strange aveva difeso. Tornano alla ribalta anche alcune trame associate al personaggio nel corso degli anni ottanta da Alan Moore, ovvero che molto del rispetto che Rann nutre verso Strange lo si deve al fatto che ivi la popolazione è sterile e che lui, con la sua fertilità umana, può assicurare la riproduzione del popolo. Strange però non ha nemmeno il tempo per ponderare il contesto, deve infatti urgentemente tornare sulla Terra, cavalcando per l'ultima volta il raggio Zeta, giacchè il suo anziano padre sta morendo in un letto d'ospedale. Sarà per lui l'ultimo viaggio prima di tornare definitivamente a Rann. Alanna dal suo aspetta un bambino proprio da Adam e ciò non farà che avvalorare gli eventi quando la situazione politica inizierà a precipitare......
Queste in poche parole le premesse per l'avvincente trama intessuta da Brunning, anche se sporadicamente vi sono dei vistosi cali nei dialoghi, segnati da alcuni discorsi e risvolti fin troppo semplicistici e banali. Per il resto invece la storia è coinvolgente ed affascinante, un misto tra esotico ed avventura all'interno di un contesto tutto fantascentifico.....come parto d'una letteratura d'altri tempi. Andy Kubert svolge egregiamente il suo lavoro, con una magistrale cura nelle inquadrature, mentre Adam si destreggia ai colori dando a Rann una grande atmosfera e profondità, nonchè circondando di colore i tratti delle sagome, affievolendo la china in pastellate sfumature di colori caldi, come accade nelle migliori graphic novel. Insomma una lettura da consigliare ed un avvertimento a continuare a seguire i risvolti di questa trama anche dopo la fine della storia......perchè non tutto ciò che avverrà all'epilogo è scritto nella pietra: ci saranno dei cambiamenti e dei miracolosi ritorni alla vita, parola mia! Un plauso alla Playpress che nel 1992 se ne usciva con letture tanto interessanti quanto editorialmente coraggiose.......quelli erano bei tempi! Per chi volesse riprendere Adam Strange, ricordo che recentemente Planeta Deagostini non solo ha proposto delle ristampe (anche di questa minisaga), ma sta proseguendo la storia in volumi riservati al circuito delle fumetterie.....molto interessanti.
Ciriciao

mercoledì 1 aprile 2009

La Eaglemoss toppa!

Wonder Woman: figura riprodotta in piombo che raramente vedremo in tempi brevi in Italia. Infatti, dopo nemmeno un mese, mille difficoltà nella distribuzione e soli quattro numeri, la serie "Dc Comics-Supereroi Collezione Ufficiale" edita dalla Eaglemoss, si ferma. Nel n.4, in cui era pubblicato il fascicolo di Green Lantern e relativa miniatura, un bigliettino all'interno dello stesso comunicava la tutt'altro che rassicurante notizia che "l'opera viene al momento sospesa" e che "in caso di rilancio ne verrà a suo tempo informato attraverso una campagna pubblicitaria televisiva". In poche parole, mettetevi l'anima in pace e chissà....mi chiedo solo che fine faccia, a questo punto, la mia cartolina, allegata al n.1 e spedita poco dopo, in cui sottoscrivevo l'abbonamento per ricevere gratuitamente in cambio la miniatura di "Batman sul cornicione"....ahi ahi! Forse, è lecito pensarlo, la Eaglemoss ha osato troppo a scendere in campo in prima persona, trainata dal successo che i suoi modellini Marvel stavano e stanno tutt'ora riscuotendo nella serie parallela, data però (e per fortuna, con il senno di poi..) in appalto a Fabbri Editori. Altro dato di fatto è che la serie di modellini Dc all'estero prosegue (siamo oltre i trenta modellini...), quindi un modo per reperirli c'è sempre (leggi e-bay), oppure per ben confidare....magari terminata la serie Marvel, la stessa Fabbri prenderà in mano il progetto, ricominciando e proseguendo la serie Dc. Per la stampa e per i nostalgici ricordo che prima di fermarsi, la Eaglemoss aveva pubblicato i seguenti personaggi Dc: N.1 Batman; N.2 Superman; N.3 Joker; N.4 Green Lantern . Il N.5, come pubblicizzato nel fascicolo, sarebbe dovuto essere Flash....pazienza!

mercoledì 18 febbraio 2009

Quando c'erano gli Starcom.....

"Starcom, The U.S. Space Force" rappresenta uno dei tanti esempi di come, a volte, originalità e brillanti idee sono talmente mal gestite a livello di marketing, da condurre un ambizioso progetto verso un rapido, inatteso fallimento. Che io ricordi, la celebrità di questa etichetta, non durò oltre una stagione (almeno in Italia) e fu un peccato, da rimpiangere con il senno di poi!
Starcom nacque infatti verso la metà degli anni ottanta come serie spaziale di ampio respiro, includendo giocattoli, modellini ed una serie animata, purtroppo di breve durata. Il punto forte dei giocattoli, i cui modelli furono realizzati addirittura in collaborazione con alcuni ingegneri dela NASA, era l'effetto del magnetismo e dei meccanismi a molla, di cui erano dotati personaggi e veicoli. In questo Starcom fu unica ed, a maggior ragione, non mi sembra che l'idea di sfruttare le proprietà delle calamite (a parte un particolare modello di Jeeg Robot D'Acciaio) e di meccanismi assolutamente non elettronici (quindi senza l'utilizzo di pile o ricariche elettriche), venne poi ripreso in seguito. In dimensioni tutto sommato ridotte, infatti era possibile riprodurre una grande varietà di situazioni, semplicemente premendo i relativi bottoncini sulla superficie dei mezzi. Un suono meccanico, dovuto allo svolgersi degli ingranaggi, dava poi il necessario livello di stupore, come se avessimo a che fare con un oggetto Hi-Tech! Il livello di dettaglio era impressionante, specie se rapportato ad una serie destinata alla grande distribuzione: le navicelle, così come i mezzi di terra, erano dotate di molti punti di estensione, nonchè di alloggiamenti interni, cannoni nascosti, posti di guida.....tutto a portata di tasto!
Basti fare l'esempio del mitico "Starmax Bomber" e della sua versione in miniatura lo "StarWolf" (che riporto nelle prime due foto, direttamente dalla mia collezione): il primo poteva contenere, imprevedibilmente, ben sette personaggi (uno al punto guida, due dietro al punto navigazione e ben quattro nel posteriore, dopo aver azionato i relativi meccanismi a molla); nonchè due mezzi (lo StarWolf in alto o nel carico, ed un mezzo generico di terra)...tutto in quaranta centimetri di spazio e senza pile; il secondo riusciva a ripiegarsi talmente tanto in sè stesso da poter essere riposto nel palmo di una mano! Ovviamente, allo stesso livello degli esempi fatti, vi era una notevole varietà di altri veicoli, ognuno con i suoi ingranaggi che ne sfruttavano al massimo la forma ed il modernissimo design. E stiamo parlando di roba di quasi venticinque anni fa! Purtroppo le scarse vendite in USA, spinsero la casa madre, la Coleco, a venderne i diritti di distribuzione per l'Europa alla Mattel, che in un certo senso li fece fruttare meglio, aggiungendo anche qualche nuovo articolo nel catalogo. Durò comunque poco, al pari della serie animata; di ottima fattura e dal richiamo vagamente nipponico (Macross-Robotech, in primis). Peccato non averne goduto abbastanza e ricordarli, ormai, soltanto come pezzi da museo!

lunedì 26 gennaio 2009

Planeta Deagostini esce allo scoperto....

Planeta ascolta le lamentele: finalmente a fine Gennaio e dopo mesi, ecco un accenno del nuovo piano editoriale, con le proposte del 2009, sul sito http://www.planetadeagostinicomics.it/
Nessuna enorme novità, ma nemmeno i drastici tagli che si vociferavano non ufficialmente tra i lettori: qualche testata D.C. finisce il proprio corso anzitempo, altre invece continuano o ricominciano da zero, senza escludere diversi nuovi esordi e tanti volumi da fumetteria in cantiere. Insomma, carne al fuoco dovrebbe essercene....non disperiamo!
La notizia più interessante, comunque, mi è parsa quella di pubblicare "Batman R.I.P." non serializzato, ma in un unico volume, durante il secondo semestre del 2009. La notizia più negativa è, invece, quella che a mio avviso è la prematura conclusione de "Le Leggende di Batman", con il numero 14. Purtroppo questa serie, oltre a ristampare qualche bella storia già pubblicata da Playpress e poco altro di veramente nuovo, non ha avuto nemmeno il tempo di prendere il volo. Peccato chiuderla, molto; specie se si ricordano le premesse con le quali era partita circa un anno e mezzo fa.

venerdì 23 gennaio 2009

Che fine hanno fatto atto tre: Ron Lim

In questo caso, che vi piaccia o no, parliamo delle sorti di un grande disegnatore; certamente in fase calante in quanto a prestigio degli incarichi, ma imprescindibilmente Ron Lim, con la sua lunga e densa carriera, merita un posto di tutto rispetto nel regno dei comics. Classe 1965, ebbe il suo primo incarico ufficiale più di venti anni fa, quando gli furono affidate le matite della serie "Ex Mutants" della Eternity, poi quasi esclusivamente lavori di assoluto rilievo in Marvel Comics, dal 1988 sino alla fine degli anni novanta. Le illustrazioni per cui viene ricordato sono moltissime, certamente però, un posto in primo piano merita la sua lunghissima collaborazione alla testata "Silver Surfer" (Italia in gran parte reperibile su vecchi albi Playpress), che lo impegnò per ben sei anni, precisamente dal 1988 al 1994. Analogamente a diversi disegnatori dello scorso decennio, lo stile di Lim era molto cartoonesco, con una notevole inclinazione verso il design orientale: "semplice nell'impostazione, ma molto dinamico, in qualche modo ispirato all'organizzazione della pagina tipica dei manga". Una certa geometria nella realizzazione dei corpi e dei volti (assolutamente personali erano i visi dei suoi personaggi, "mascelloni" e con la bocca trapezoidale) faceva inoltre in modo che le spigolosità convivessero, talvolta prevalendo, sulle linee tonde. Per quel che riguarda la resa degli sfondi non ci sono particolari menzioni; essa era semplice ed assolutamente in secondo piano rispetto al design dei characters od alla risultanza grafica delle loro azioni. In ultimo, assai evidente e non di rado preponderante, era la realizzazione della muscolatura. Ripeto, che piacca o meno, questo modo di disegnare ha fatto comunque, da un lato Ron Lim un penciler senza assoluti picchi d'eccellenza, dall'altro un artista flessibile, stabile e regolare, in grado di accettare qualsiasi tipo di proposta senza il timore di risultarvi inadeguato. Insomma, una garanzia, per tanti motivi. Proprio quest'ultima caratteristica è stata la ragione per cui la Marvel, specialmente sino alla metà degli anni '90, gli affidò le matite di molte sue testate storiche o di grido. Infatti, se per la maggior parte dei disegnatori il problema maggiore erano le scadenze, su Ron ci si poteva assolutamente contare, in quanto era velocissimo nel completare le sue tavole e, quindi, perfettamente in grado di reggere il lavoro di due e spesso anche tre testate al mese. Inoltre se, per ritardi altrui, c'era da disegnare un numero di riempimento su qualche altra serie a lui non assegnata, non di rado trovava pure il tempo per i "fill-in"! Oltre alla lunga esperienza in "Silver Surfer", è stato il disegnatore di tantissime altre serie regolari e, meritevolmente, citiamo i suoi cicli in: "Captain America" (1990/1991), "X-Men 2099" (1993-1995, in cui si occupò anche della creazione grafica dei personaggi), "Spider-Man Unlimited" (1993/1994). C'è poi il suo apporto per le miniserie dell'Infinito ideate da Jim Starlin (di cui Lim è un grande fan, specialmente per la gestione che lo scrittore ebbe dei personaggi di Adam Warlock e Capitan Marvel), ovvero "Infinity Gauntlet" (in cui subentrò, prima della conclusione, a George Perez); "Infinity War" ed "Infinity Crusade". Queste miniserie sono state tradotte in Italia su "Zona M" della Playpress ed, in seguito, su "Marvel Comics Presenta" della Marvel Italia, orientativamente tra il 1993 ed 1997. Questa sua affinità particolare per le saghe cosmiche di Starlin, gli assicurarono poi anche le matite delle miniserie dedicate al personaggio di Thanos. Alla fine degli anni '90, precisamente nel 1997, Ron Lim approda presso la Archie Comics e disegna, per una parentesi, la serie regolare di "Sonic il porcospino", tuttavia, a differenza di molti suoi colleghi, non rimase particolarmente appagato dall'esperienza. Sapendo notevolmente affinare il suo stile in base alle tendenze moderne, grazie anche alle nuove tecniche di colorazione, torna pertanto quasi subito al mondo dei supereroi, ed inaugura il nuovo millennio svolgendo incarichi vari, ma di non primissimo piano, tra Marvel, DC e l'indipendente Future Comics. Ultimi suoi progetti, in pienissima forma, sono stati "Iron Man-Legacy of Doom" (su testi del grande David Michelinie), "Avengers Next" e "Fantastic Five" (su testi di Tom De Falco) per la Marvel; mentre per la DC disegna, a partire dall'estate 2008, la mini "Rann/Thanagar, Holy War".

giovedì 22 gennaio 2009

La Planeta non va......

Diamo a Cesare ciò che è di Cesare, per merito del gruppo editoriale Planeta Deagostini, da qualche anno i fumetti della casa concorrente alla Marvel sono potuti tornare in edicola e già questo basterebbe per dire un gran bel grazie, a priori. Non è però un grazie incondizionato, il lettore è una persona esigente, merita delle spiegazioni e, soprattutto, si aspetta molto da chi si presenta ai suoi occhi non con un grande, ma con un grandissimo potenziale. E giungiamo ora, ahimè, alle note dolenti, tutte da imputare agli ultimi 6-7 mesi di gestione. Ma è meglio essere ancora più chiari: "La Planeta Deagostini, unico e solo marchio con cui in Italia ed in Spagna vengono pubblicati i fumetti della D.C. Comics, da qualche mese non riesce più ad essere competitiva, rischiando di scontentare molti suoi affezionati lettori". Visto l'ottimo periodo creativo della divisione a fumetti della Warner Bros., non possiamo imputarne le cause ad una crisi qualitativa degli albi, bensi mi concentrerei un attimo sulla loro recente gestione editoriale all'interno del mercato italiano. Punto primo, la cadenza delle uscite. Che io ricordi, difficilmente un albo D.C., almeno per quello che riguarda le edizioni italiane, è mai uscito con regolarità in edicola. Dejavù? Probabilmente si, ma non è di certo un'attenuante, specialmente se rapportata al parco testate di Panini Comics e Marvel Italia, che da anni, almeno in questo senso, non ha lacune di sorta. Ma torniamo agli albi D.C. ed alla loro periodicità. Nei primi anni '90 con la "Glenàt Italia" , azzeccare il giorno d'uscita di "Batman: Nuove e Vecchie Superstorie" era come dare i numeri al lotto e, dopo il 1994, su questa falsa riga non ci misero molto ad allinearsi anche i neo concessionari della "Playpress", sebbene avessero improntato la loro politica editoriale all'insegna della rottura con le cattive gestioni del passato. Circa tre anni fa, dopo la fine della gestione "Playpress" e l'entrata sul mercato in pompa magna della "Planeta Deagostini", sembrava che finalmente le cose stessero per prendere una nuova piega. Era appena il 2006 e, dopo anni di sola fumetteria, le edicole iniziarono ad essere nuovamente invase da tanti albi D.C., con serie anche di non altissimo profilo. Certo, i prezzi erano mediamente meno competitivi rispetto alla concorrenza, anche rapportando il costo ,all'inferiore numero di pagine con cui erano composti gli albetti Planeta; tuttavia, almeno in quanto a regolarità, sembrava che le cose stessero per giungere, in positivo, ad una svolta. Parlo al passato, purtroppo. Perchè ad oggi, tolto l'eccellente omnibus di Batman in allegato a Panorama, "Planeta Deagostini" sta arrancando. Si dice che il motivo di questo appannamento siano le ristrutturazioni della linea e dell'apparato editoriale, ma in sostanza, si sta creando una grande confusione e basta. Dall'estate molte serie si sono fermate e quelle famose, tipo "Batman", hanno rallentato di moltissimo la loro mensilità, facendosi superare in quanto a numerazione da "Superman", che invece sembra procedere meglio nella sua marcia. Passiamo poi ad un'altro piccolo, grande problema: "Contdown a Crisi Finale", serie molto promossa la scorsa Primavera e poi ferma da mesi al numero 4, inspegabilmente. Ultima citazione, il grande nodo "Batman Classic": doveva uscire a Settembre e per quel mese era stato pubblicizzato, invece in fumetteria ancora non se ne vede traccia. Spiegazione: difficoltà nel reperire materiale originale. Ma allora perchè pubblicizzarlo? Non conveniva concentrarsi almeno su una corretta periodicità delle testate esistenti, anzichè pubblicizzare a vuoto? In più, nella Checklist sulle uscite, messa all'interno degli albi, non ci si capisce nulla (è in una lingua a metà tra l'italiano e lo spagnolo e vengono citate testate che in Italia non escono!), quindi inutile cercare punti di orientamento e/o spiegazioni, per così dire, ufficiali. Il sito internet, dal suo, è completamente vuoto e non aggiornato da mesi. Si dice che questa situazione terminerà a breve e che diverse serie ripartiranno nel 2009 dal numero uno......per l'ennesima volta! La fonte ufficiale, in questo caso, viene dall'ambiente delle fumetterie, quindi altro canale "ufficioso". Ce la faranno mai in Planeta a far proseguire una numerazione oltre il 20? Di certo, c'è un grosso problema di comunicazione, (almeno una spiegazione sul sito si poteva inserire) oltre che risanamenti editoriali mal annunciati e (visto il brusco congelamento di neo-nate uscite ed errate pubblicità di mai-nate testate) anche mal pianificati. Vedremo se quest'anno è quello buono.....sennò, veramente, si perde anche il gusto (nostro), oltre che la faccia (loro).

mercoledì 21 gennaio 2009

Che fine hanno fatto, atto due: Steven Butler


Anche in questo caso i Marvel fan degli anni novanta non dovrebbero cader impreparati. Siamo agli inizi della saga del clone e, dopo il tormentato abbandono di Alex Saviuk, nell'Ottobre 1994 sulla testata "Web of Spider-Man" (WOSM), arriva un certo Steven Butler. Chi era e, soprattutto, che fine ha fatto, visto che la sua permanenza in Marvel fu tutt'altro che lunga? Proviamo a metter un pò di luce, partendo dall'inizio. Giovane penciler dalle grandi potenzialità, Butler era approdato alla casa delle idee nel 1991, conoscendo un minimo di notorietà l'anno seguente, grazie alla serie omonima, basata sulle avventure della celebre sexy-mercenaria "Silver Sable". Sebbene gli incarichi di rilievo non abbondarono per tutto il 1993, c'è anche da considerare che, quando la Marvel gli affidò la sua terza testata dedicata all'Uomo Ragno, questi non era del tutto impreparato nei confronti del personaggio: si era cimentato con Spidey già nel 1991, proprio sostituendo, per un numero, il titolare Alex Saviux, in WOSM n.81. Ulteriori conferme di maturazione grafica gli vennero poi dall'annual 1994 di "The Amazing Spider-Man", in cui l'arrampicamuri se la vedeva contro Carnage, esattamente un anno dopo la conclusione del crossover "Maximum Carnage". Insomma, per la Marvel, Butler era l'uomo adatto per il nuovo corso di WOSM, che durò esattamente un anno, precisamente dal numero 117 al numero 129. La sua versione dell'Uomo Ragno fu tutt'altro che classicheggiante come quella di Saviuk, anzi, come Bagley su "The Amazing Spider-Man", egli seppe ben dosare dinamismo e modernità, attraverso uno stile pulito e curvilineo, ma decisamente più cartoonesco, con meno impatto drammatico. Riducendo i paragoni, potrei definire lo Spidey di Butler come un mix, tra la tipica impostazione delle tavole di Bagley ed, appunto, un aspetto più spensieratemte "cartoon", specie nei volti dei personaggi, proprio, ad esempio, di un Erik Larsen prima maniera. Purtroppo, l'essere a metà, a volte non ti rende nè carne nè pesce; finendo per suscitare un certo retrogusto di inadeguatezza. "La saga del Clone" rappresentò senz'altro un deterrente all'ascesa di Butler, poichè introdusse, per ragioni di cross-over, un tono maggiormente drammatico e nevrotico nello storytelling: d'altronde doveva, nei piani, sconvolgere la vita del personaggio-Peter Parker! In questo tipo di storie, però, andava benissimo lo "Spectacular Spider-Man" di Sal Buscema (a quel tempo ultra valorizzato, dalle chine oscure e nervose di Bill Sienkiewicz); nonchè la new-entry dell'epoca: John Romita Junior. E Butler? Beh Butler comunque seppe distinguersi, specie nella resa della muscolatura, mai sproporzionata, e nell'ottima cura che dedicava alla realizzazione grafica dei costumi. In questo, il tratto della tela sulle vestigia di Spider-Man era assai pulito ed ordinato (merito pure delle chine di Randy Emberlin), perfettamente coerente con le sinuosità, peculiari del suo stile.
Limitarsi a questo sarebbe, tuttavia, ingeneroso; infatti c'è da aggiungere che il disegnatore di WOSM si destreggiò più che bene anche disegnando i nuovi personaggi comprimari come "Judas Traveller", "Lo Sciacallo", il "Ragno Rosso", e "Kaine" (di quest'ultimo fu anche il creatore, in collaborazione con Kavanagh); un pò meno efficace, a mio parere, risultò essere nella realizzazione di "Venom".Giunti prossimi alla conclusione; potendone giudicare la parabola, dico subito che lo stile di Butler a me, tutto sommato, piacque; ma ammetto pure, da un lato i suoi limiti, dall'altro il fatto che egli ebbe numerosi detrattori, tra cui il grande Max Brighel, curatore delle testate ragnesche in Italia (rispondendo ad un lettore che, anni dopo l'abbandono, chiedeva lumi sulla sorte di Butler, egli espose che, in certo senso, era lieto che non disegnasse più avventure dell'Uomo Ragno!). Finita la parentesi su WOSM, i suoi impegni in Marvel diminuiscono drasticamente. Lo ritroviamo nel 1996 come di disegnatore del n.12 di "Spider-Man Unlimited" e poi, nel 1997, alle illustrazioni di uno spinn-off dedicato alla serie di cartoni animati dell'Uomo Ragno. Da quel momento in poi terminano i suoi lavori con il genere supereroico e si apre un nuovo inizio presso l'industria dei fumetti per bambini, specialmente nelle storie di "Sonic", il porcospino blu della Sega, nato da una fortunata serie di videogiochi. Butler attualmente realizza anche fumetti a sfondo religioso-cristiano.Vi lascio a qualche immagine, per rinfrescare la memoria. Ci saranno almeno tre copertine tratte da "Web of Spider-Man", nonchè la cover dell'annual 1994 di "The Amazing Spider-Man". Nota: la copertina che vedete qui in basso, sdoppiata rispetto alle altre, fu una delle rarissime, ad esser trasposta in Italia con una versione limitata in "holocover", nella fattispecie nella testata, ora cessata da anni, "L'Uomo Ragno deluxe" (numero 12, Aprile 1996).











venerdì 16 gennaio 2009

Che fine hanno fatto, atto uno: Tom Lyle

In questo caso parliamo di disegnatori, che qualche anno fa erano sulla cresta dell'onda del genere supereoistico e che adesso, diciamo, sono un pochino più defilati. Iniziamo con Tom Lyle, chi di voi non se ne ricorda? Io ebbi un suo Spider-Man, sia su una maglietta acquistata in Inghilterra nel 1994, sia su un calendario dell'anno 1996, monopagina, regalato dalla Marvel Italia, alla fine del 1995. Quanti ricordi.....ma quelli che leggono le avventure de "L'Uomo Ragno" ( o "Spider-Man", prima o poi bisognerà abituarsi...) da meno di 13 anni, sono pienamente giustificati! Ricordo che il buon Tom, classe 1953, il cui stile era piuttosto personale e, forse, all'inizio anche un pò indigesto, ebbe il prestigioso incarico di disegnare la testata "Spider-Man", su testi di Howard Mackie, iniziandone un ciclo poco dopo la fine di quello di Erik Larsen (a sua volta erede di quello fondatore di McFarlane). Eredità pesante? Un bel pò.....comunque alla lunga il buon Lyle seppe abituarci alle sue tavole molto poco barocche o filiformi, eppur di una semplicità spigolosa, efficace e dinamica, quasi a metà tra lo stile all'epoca espresso da Bagley su Amazing e quello tipico di Sal Buscema su Spectacular, tanto è che, con lui, la testata "Spider-Man" affrontò in piena salute le importanti saghe "Maximum Carnage" e, soprattutto, l'inizio de "La saga del Clone". Proprio nel bel mezzo di quest'ultima, passò il testimone a John Romita Junior, la cui grandezza inestimabile probabilmente ha reso poco onore all'onesto operato, svolto da Lyle. Altro punto a suo sfavore fu il giudizio che, a ragione, con il senno di poi, fu dato su quell'epoca narrativa: seppure non fu colpa sua di certo, "Maximum Carnage" non passerà alla storia come capolavoro di contenuti e la "Saga del Clone", a tutti gli effetti, rappresentò uno dei più grossi pasticci editoriali nella storia del personaggio rossoblù. Ad ogni modo, seppur compreso tra due fuochi, molti sono stati i personaggi della continuity ragnesca dei primi anni '90, ad esser passati sotto il ciclo di Tom Lyle, facciamo solo qualche esempio: Il Ragno Rosso, Demogoblin, Kaine, The Grim Hunter (primo erede, poi morto anche lui, di Kraven), Venom, Carnage e via dicendo..............
Riassumendo la sua parabola migliore, direi che attraversa tranqullamente il triennio 1993/1995; con collaborazioni via, via calanti, in quanto a prestigio (The Punisher vol.3 e Warlock, soprattutto). Facendo un passo indietro, per dovere di cronaca, segnalo che la sua collaborazione in Marvel era iniziata nel 1991/92 , disegnando "The Comet" su testi di Mark Waid. Altri scrittori con cui collaborò precedentemente, ma in D.C., furono Roger Stern e Chuck Dixon, con cui realizzò dei volumi dedicati al personaggio di Robin. Insomma, anche prima di raccogliere il testimone su "Spider-Man", le collaborazioni di Lyle ne facevano un penciler dal curriculum tutto rispetto. Facendo infine il punto sulla sua carriera ad oggi non del tutto cessata; beh, seppur pubblicazioni con i suoi disegni siano ridotte all'osso (un'ottima versione di Spidey la ritroviamo nella recente variant cover di "Ultimate Spider-Man n. 100"), il fumetto ancora accoglie Lyle nella sua sfera d'interesse, specialmente a livello didattico: attualmente la sua principale occupazione è quella di insegnante di disegno sequenziale al "Savannah College of Art and Design".

Ecco a voi......"RULK"!!!!


E' una gran bella sorpresa di Jeph Loeb, sul serio. Dopo una medio-discreta storyline come quella di Pak e l'altrettanto discreta "World War Hulk", un cambio di rotta per la testata del golia verde doveva esserci, ma non mi aspettavo in questo modo e con questa verve. Anzichè essere l'ennesima variante del gigante di giada, oppure una trovata quasi simpatica come "l'Incredible Hercules" (che molti elogiano ed alcuni, me compreso, criticano), l'Hulk rosso, apparso in Devil & Hulk 145 è qualcosa di più. Innanzitutto non è Bruce Banner, saldamente rinchiuso in nel suo quadrilatero d'adamantio ormai dalla fine di World War Hulk, in secondo luogo è assolutamente un gran personaggio, che già immagino come nemesi perfetta dell'Hulk classico, per questo ultimo scorcio di decennio. Jeph Loeb si è confermato ancora una volta un gran tessitore di trame ed al suo fianco McGuinnes, che non avevo appieno ammirato su Superman, pare essere nato per disegnare grandi e devastanti colossi dalla pelle colorata! In Devil & Hulk 145 c'è anche una storia disegnata dal grandissimo Artie Adams, quindi non si bada certo a spese sui team creativi, un vero spettacolo.
Ecco, in sostanza le prerogative dell'Hulk rosso, già ribattezzato Rulk:
-Identità sconosciuta (Loeb promette di lasciare indizi sparsi per i primi 5 numeri della serie, poi sul sesto la rivelerà)
-Uso della parola unito ad una mente estremamente lucida e scaltra
-Forza straordinaria e capacità di aumentare la temperatura corporea in base alla rabbia
-Violenza inaudita e, soprattutto, omicida (nel primo numero fa secco facilmente "Abominio" e decapita un "Wendingo")
-Devastante e letale uso delle armi (ha in dotazione una specie di cannone a mano)
Quest'ultima caratteristica è forse una delle più originali e meriterebbe maggior considerezione, ma forse è meglio non bruciare le tappe e lasciare che la saga si sviluppi appieno nei prossimi mesi. Chiaramente, analogamente alla succitata, gran parte delle domande che vengono spontanee su questo nuovo personaggio non troveranno risposta immediata, anche se sulla sua identità mi vengono già alcuni sospetti, precisamente due, che tuttavia già so che saranno da cestinare:
1) Prima di terminare la lettura del primo numero, il più ovvio candidato mi sembrava il buon vecchio Rick Jones, eterno sfigato del Marvel Universe, ma poi l'ho quesi subito scartato, seppur nella storia compare solo, stralunato, a petto nudo e con in dosso solo dei pantaloni sgualciti. Loeb ha lasciato lontanamente intendere che Jones, si, ha un segreto, ma probabilmente non è quello che pensiamo.
2) Dopo la lettura, ad un primo ripasso, ho poi optato per un fin troppo iracondo Doc Samson, anche lui membro del club dei gammati; tuttavia ho dubbi seri sulla sua obiquità. Lo troviamo all'inizio dalla parte dei buoni, assieme a She Hulk ed all'FBI, sulle tracce di Rulk........quando il rossone doveva essere in teoria assai lontano da loro. Come spiegare poi sue eventuali assenze, vista la gente di cui è quotidiamente circondato? Probabilmente Loeb sta giocando con l'attenzione del lettore, e ci sa fare!
Se avete qualche sospetto.....fatevi sotto!
Ad ogni modo Devil & Hulk 145, ora rossa in tutti e due i sensi, è decisamente la testata più appetibile del mese...

venerdì 9 gennaio 2009

Quando c'entra pure il Presidente.....

YES, WE CAN.....si possiamo....anche farci un bel fumettone, direbbero quelli della Marvel.
L'attualità non è estranea al mondo delle nuvole parlanti....vabbè lasciamo perdere queste frasi fatte, basta guardare l'immagine. Tra qualche mese non vi dirà più nulla e, temo, che sarà così anche quando arriverà ad essere pubblicata in Italia, visto che, seppur leggero, il nostro gap dalla produzione U.S.A. ce lo teniamo sempre. Ad ogni modo sappiate che "The Amazing Spider-Man 583" è in uscita con una variant cover, ed eccovela qua, ovviamente assieme a qualche succosa vignettina. L'albo sarà commercializzato negli Stati Uniti il 14 Gennaio e conterrà una divertente storia in cui si scoprirà che, nel giorno del giuramento del Presidente alla Casa Bianca, ci sono due Obama identici e starà Spidey il compito di entrare in azione per svelarne l'arcano. Non dico altro a parte che c'entrerà una partita di basket e poi pensateci bene....chi, tra tutti i nemici del Ragno, è in grado di prendere aspetto, fattezze e persino il posto di qualsiasi altro personaggio? Dai, ho detto pure troppo....ora è facile!
Autori: Wells, Nauck, D'Armata. (Cliccare per ingrandire le immagini)
Ultima curiosità, traducendo, nella vignetta della copertina Spidey, mentre scatta la foto, dice al Presidente U.S.A.: "Visto che tu sei nella mia copertina, posso mettere la mia faccia sulle banconote da un dollaro?"
Chissà che ne pensa il vero Obama, visto che nella recente campagna elettorale, poi vinta abbastanza agevolmente, si è dichiarato un grandissimo lettore di fumetti......

giovedì 8 gennaio 2009

Mi raccomando....

Ricordo sempre a tutti i ragno-affezionati, anche al di fuori del fumetto, di visitare il sito http://www.uomoragno.org/ che, non solo è il miglior sito a tema per tutti i fans italiani, ma rappresenta assolutamente il massimo sia per chiarezza che per completezza sul mondo del caro, amichevole arrampicamuri di quartiere. E non è tutto, da quanto mi scrive Paolo, Deus ex Machina del sito, il 2009 ha in serbo moltissime novità per uomoragno.org.......tenetevi sintonizzati.

Dipende dai punti di......pressione...

Nessuno, anche al di fuori del circuito fumettistico, può con certezza affermare di non aver mai sentito parlare di "Kenshiro", o meglio di "Ken il Guerriero" (anche conosciuto con le denominazioni di "Hokutonoken" e "Fist of the Northstar"). Questa serie infatti esula dall'originario circuito fumettistico e mangaka: nata infatti in Giappone su carta, è divenuta presto fenomeno di più ampia portata, entrando radicatamente come fenomeno culturale nelle menti di quelli della mia generazione e non solo. In Italia abbiamo imparato a conoscerne (qualcuno anche a memoria...) le gesta in tv, dall'omonima serie televisiva, a partire dalla metà degli anni ottanta. In seguito arrivò anche l'originario fumetto di Buron Son e Tetsuo Hara, pubblicato prima dalla "Granata Press", in seguito riproposto, circa un decennio fa, dalla "Star Comics". Stranamente però, non fu mai diffusa nei normali circuiti commerciali, alcuna action figure, probabilmente per l'alto contenuto di violenza della serie, cosa che ne portò sempre la trasmissione televisiva al di fuori delle reti a diffusione nazionale, a vantaggio delle piccole emittenti che, via-via se ne acquisivano i diritti. Ad esempio, personalmente conobbi e seguì molte piccole reti televisive solo per il fatto che nel loro palinstesto davano gli episodi di "Ken il Guerriero", mica per altro e, come me, di certo fecero in molti altri. Bene o male, per una piccola rete, alzare gli ascolti poteva dire molto! Sulla violenza propriamente detta c'è da aggiungere che una più o meno originaria censura già c'era, poichè i giapponesi scelsero di non usare il rosso per denotare il sangue, bensì il giallo fosforescente nel contesto d'inquadrature sfocate o tricolori. Anche così però lo spettacolo non ci perdeva ed i colpi erano assolutamente entusioasmanti: la pressione degli "tsubo" (o punti di pressione) praticata dai membri della "Scuola di Hokuto" (come lo stesso Ken, che ne era il legittimo successore..) portavano nel corpo dei nemici una serie di reazioni interne, sino all'esplosione totale dell'organismo nel giro di pochi secondi (Frasi celebri: "Hai tre secondi di vita!" oppure "Sei già morto ma ancora non lo sai..."). Vi erano poi altre scuole: quella di "Nanto" (in cui gli avversari venivano letteralmente affettati dopo esser passati all'interno di movimenti leggiadri ed armonici, eseguiti con gli arti superiori o con le gambe da parte dei guerrieri di tale arte) e, nella seconda serie, quella "Imperiale di Gento" -o "Cento"-( in cui il corpo dei nemici era disintegrato dall'esterno) e quella di "Hokuto Gemmy" (una versione più diabolica della scuola di Hokuto). Come già detto niente modellismo nei normali circuiti per la serie di Kenshiro, tuttavia in Giappone la produzione di action figures e merchandising è notevole. Pertanto è possibile collezionarne anche da noi, a patto che si acquisti o via internet od in negozi specializzati, tramite servizio d'importazione. Nelle foto ci sono i guerrieri di cui dispongo, appartenenti alle serie 19XX e 20XX della Kayodoo (foto 1 e foto 2), ossia delle bellissime action figures, più fedeli al fumetto che alla serie tv; nonchè molte riproduzioni in resina dipinte e rifinite mirabilmente a mano dal mio amico Gabriele Faralli (foto 3). Enjoy!!!!!!

mercoledì 7 gennaio 2009

Per il potere di Grayskull.....

Se si parla di pupazzotti anni '80, non si può però prescindere dai "Masters of the Universe", in gergo detti MOTU. Furono una linea di giocattoli della Mattel, risalente al 1981 e, come raramente accadeva all'epoca, venne "spinta" creando attorno ad essa, non solo un vasto universo di comprimari, ma persino una serie televisiva realizzata dalla Filmation che, in Italia, arrivò attorno alla metà degli anni '80 col nome di "He-Man ed i dominatori dell'Universo". Pertanto la serie televisiva fu ispirata dai giocattoli e non viceversa e questo spiega alcune piccolissime discrepanze tra i personaggi giocabili e le loro controparti su schermo (i bracciali uguali in entrambi i polsi, i bottoni sulle cinture, i baffi di Dankan alias Man-at-Arms e via dicendo.....). I Masters erano personaggi molto amati dai bambini, innanzitutto per il loro giusto compromesso tra figura in posa e snodabilità; poi vi erano le centinaia di accessori su cui ogni personaggio poteva contare, dal proprio set di armi agli animali bardati, ai veicoli, alle armature, alle basi. Di quest'ultime ricordo ( e conservo) sopratutto il "Castello di Grayskull" e la "Tana del Serpente"; rispettivamente roccaforti del protagonista He-Man (ed alleati) e del suo antagonista Skeletor. Molteplici anche le varianti per ogni character; abbiamo, per esempio, potuto divertirci con He-Man Battle Armor, He-Man Pugni d'Acciaio, He-Man Pugni Volanti e via dicendo. Poco importava se poi, di fatto, tutti i busti e le gambe provenivano da un unico stampo (iper-palestrato, di fatto cambiavano solo i colori ed, ovviamente le teste), quello ormai era un "marchio di fabbrica!"

In ogni confezione c'era inoltre anche un piccolo fumettino in omaggio, con avventure inedite del personaggio acquistato. Molti di voi, come me, si saranno certamente disfatti di quei libricini, ritenendoli assai marginali rispetto al gioco vero e proprio....ebbene oggi essi sono ricercatissimi, un vero e proprio oggetto di culto per le migliaia di fans dei MOTU, sparse per il globo. Per tutti gli anni ottanta attorno ai Masters si crearono orde di affezionati giocatori, e la serie di giocattoli potè ampliare i suoi orizzonti, generando una produzione parallela, quella cioè dedicata a "She-Ra: Principessa del potere", sorella di He-Man ed anch'essa con la sua folta schiera di alleati e nemici a corredo. Anche She-ra godette dell'omonima serie a cartoni animati targata Filmation, a seguito del prologo, realizzato come vero e proprio lungomentraggio,"Il segreto della Spada" in cui He-Man e She-Ra s'incontrano per la prima volta. Nel 1987 è la volta del film, con attori in carne ed ossa, intitolato ovviamente "Masters of the Universe", con Dolph Lundgren nei panni di He-Man ed una giovanissima Courtney Cox (quella di "Friends") nei panni della pulzella da salvare. Negli anni '90, dopo sfortunati tentativi di rilancio con nuove serie, troppo futuristiche e spaziali, l'interesse dei più verso i Masters terminò, facendo si che essi rimanessero vincolati, come vera e propria icona del periodo, agli anni '80. Nel 2002 vi fu un tentativo di remake, con giocattoli e serie tv, ma di scarso interesse. Per quel che riguarda la mia collezione, riesumando ed arricchendo qualche cimelio d'infanzia, ho ricostruito una piccola ambientazione, ove agli estremi ho messo il "Castello di Grayskull" e "La Tana del Serpente", ed al centro la torre della "Nave Eternia", con ovviamente molti personaggi intorno. Le foto pubblicate possono darvene un'idea!

Uomini in armatura......

Queste sono immagini che, invece qualcuno di voi avrà più che fresche nella memoria. Infatti ecco a voi una serie di modellini che negli anni ottanta fece innamorare moltissimi ragazzi, più o meno grandi, ossia quella dei mitici "Cavalieri dello Zodiaco" o, per i puristi, "Saint Seiya".
Me ne mancano ancora molti, ma in tanti anni ecco quello che, poco a poco sono ruscito a ricostruire. Nella prima foto ecco una schiera di personaggi con armature in metallo, ispirate alla prima serie televisiva; pertanto vedete i cinque cavalieri di bronzo con l'armatura di prima generazione e, sullo sfondo, i dodici cavalieri d'oro disposti a "V". Questa serie fu prodotta dalla Bandai nel 1986 e commercializzata in Italia nel corso del 1989. Tra tutti, ringrazio Andrea Lucarini, innanzitutto per il dono che mi fece dieci anni fa, regalandomi ben 11 dei 12 cavalieri d'oro che vedete; in secondo luogo per la cura con cui li aveva conservati sino ad allora, veramente eccellente...grazie Andrè, come vedi, ancora non sfigurano!! Nella seconda e terza foto invece ci sono i personaggi ispirati alla II serie televisiva, assieme alle recenti novità degli ultimi anni.
La produzione di questi ultimi modelli è variabile e va dal 1988 sino al 2003. Possiamo vedere i cinque cavalieri di bronzo con le armature di seconda generazione (più brutte, ma più fedeli al manga di Kurumada...), assieme a Tisifone, Castalia, Jabu (o Asher) dell'Unicorno. Ci sono anche quattro dei cinque Specter (manca lo Specter del Capricorno) e vari nemici come Papyllon, Radamanthys, Cyclops, Argor (o Perseus) della Medusa, Luxor, Cavallo del Mare, Eris della Lucertola uniti a 3 variant, ossia Crystal/Aquarius, Sirio/Libra, Pegasus/Sagitter. Come detto, ne mancano ancora veramente tanti!!!
Nella penultima immagine c'è la nuova serie della Bandai, passata subito in gran lustro per l'altissimo livello dei particolari nei modelli e nelle armature, uniti a dimensioni dei personaggi maggiori ed ad una ricchissima dotazione di accessori (specialmente la possibilità di applicare i mantelli ai glod saint): questa è la serie "Myth Cloth". In foto ci sono i cinque cavalieri di bronzo con armatura di II generazione e 6 cavalieri d'oro: Virgo, Leo, Scorpio, Aquarius, Cancer ed Aries. Ultima foto mostra alcuni dei personaggi di una serie fin troppo simile, ma altrettanto amata, cioè "Samurai Troopers", aka "I cinque samurai". I modelli erano più che altro in plastica, con soltanto i pugni d'acciaio e qui ci sono: Aragorn, Rio del Fuoco, Demon e Rasta. Furono commercializzati in Italia nella prima metà del 1992.

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