mercoledì 18 febbraio 2009

Quando c'erano gli Starcom.....

"Starcom, The U.S. Space Force" rappresenta uno dei tanti esempi di come, a volte, originalità e brillanti idee sono talmente mal gestite a livello di marketing, da condurre un ambizioso progetto verso un rapido, inatteso fallimento. Che io ricordi, la celebrità di questa etichetta, non durò oltre una stagione (almeno in Italia) e fu un peccato, da rimpiangere con il senno di poi!
Starcom nacque infatti verso la metà degli anni ottanta come serie spaziale di ampio respiro, includendo giocattoli, modellini ed una serie animata, purtroppo di breve durata. Il punto forte dei giocattoli, i cui modelli furono realizzati addirittura in collaborazione con alcuni ingegneri dela NASA, era l'effetto del magnetismo e dei meccanismi a molla, di cui erano dotati personaggi e veicoli. In questo Starcom fu unica ed, a maggior ragione, non mi sembra che l'idea di sfruttare le proprietà delle calamite (a parte un particolare modello di Jeeg Robot D'Acciaio) e di meccanismi assolutamente non elettronici (quindi senza l'utilizzo di pile o ricariche elettriche), venne poi ripreso in seguito. In dimensioni tutto sommato ridotte, infatti era possibile riprodurre una grande varietà di situazioni, semplicemente premendo i relativi bottoncini sulla superficie dei mezzi. Un suono meccanico, dovuto allo svolgersi degli ingranaggi, dava poi il necessario livello di stupore, come se avessimo a che fare con un oggetto Hi-Tech! Il livello di dettaglio era impressionante, specie se rapportato ad una serie destinata alla grande distribuzione: le navicelle, così come i mezzi di terra, erano dotate di molti punti di estensione, nonchè di alloggiamenti interni, cannoni nascosti, posti di guida.....tutto a portata di tasto!
Basti fare l'esempio del mitico "Starmax Bomber" e della sua versione in miniatura lo "StarWolf" (che riporto nelle prime due foto, direttamente dalla mia collezione): il primo poteva contenere, imprevedibilmente, ben sette personaggi (uno al punto guida, due dietro al punto navigazione e ben quattro nel posteriore, dopo aver azionato i relativi meccanismi a molla); nonchè due mezzi (lo StarWolf in alto o nel carico, ed un mezzo generico di terra)...tutto in quaranta centimetri di spazio e senza pile; il secondo riusciva a ripiegarsi talmente tanto in sè stesso da poter essere riposto nel palmo di una mano! Ovviamente, allo stesso livello degli esempi fatti, vi era una notevole varietà di altri veicoli, ognuno con i suoi ingranaggi che ne sfruttavano al massimo la forma ed il modernissimo design. E stiamo parlando di roba di quasi venticinque anni fa! Purtroppo le scarse vendite in USA, spinsero la casa madre, la Coleco, a venderne i diritti di distribuzione per l'Europa alla Mattel, che in un certo senso li fece fruttare meglio, aggiungendo anche qualche nuovo articolo nel catalogo. Durò comunque poco, al pari della serie animata; di ottima fattura e dal richiamo vagamente nipponico (Macross-Robotech, in primis). Peccato non averne goduto abbastanza e ricordarli, ormai, soltanto come pezzi da museo!