mercoledì 21 gennaio 2009

Che fine hanno fatto, atto due: Steven Butler


Anche in questo caso i Marvel fan degli anni novanta non dovrebbero cader impreparati. Siamo agli inizi della saga del clone e, dopo il tormentato abbandono di Alex Saviuk, nell'Ottobre 1994 sulla testata "Web of Spider-Man" (WOSM), arriva un certo Steven Butler. Chi era e, soprattutto, che fine ha fatto, visto che la sua permanenza in Marvel fu tutt'altro che lunga? Proviamo a metter un pò di luce, partendo dall'inizio. Giovane penciler dalle grandi potenzialità, Butler era approdato alla casa delle idee nel 1991, conoscendo un minimo di notorietà l'anno seguente, grazie alla serie omonima, basata sulle avventure della celebre sexy-mercenaria "Silver Sable". Sebbene gli incarichi di rilievo non abbondarono per tutto il 1993, c'è anche da considerare che, quando la Marvel gli affidò la sua terza testata dedicata all'Uomo Ragno, questi non era del tutto impreparato nei confronti del personaggio: si era cimentato con Spidey già nel 1991, proprio sostituendo, per un numero, il titolare Alex Saviux, in WOSM n.81. Ulteriori conferme di maturazione grafica gli vennero poi dall'annual 1994 di "The Amazing Spider-Man", in cui l'arrampicamuri se la vedeva contro Carnage, esattamente un anno dopo la conclusione del crossover "Maximum Carnage". Insomma, per la Marvel, Butler era l'uomo adatto per il nuovo corso di WOSM, che durò esattamente un anno, precisamente dal numero 117 al numero 129. La sua versione dell'Uomo Ragno fu tutt'altro che classicheggiante come quella di Saviuk, anzi, come Bagley su "The Amazing Spider-Man", egli seppe ben dosare dinamismo e modernità, attraverso uno stile pulito e curvilineo, ma decisamente più cartoonesco, con meno impatto drammatico. Riducendo i paragoni, potrei definire lo Spidey di Butler come un mix, tra la tipica impostazione delle tavole di Bagley ed, appunto, un aspetto più spensieratemte "cartoon", specie nei volti dei personaggi, proprio, ad esempio, di un Erik Larsen prima maniera. Purtroppo, l'essere a metà, a volte non ti rende nè carne nè pesce; finendo per suscitare un certo retrogusto di inadeguatezza. "La saga del Clone" rappresentò senz'altro un deterrente all'ascesa di Butler, poichè introdusse, per ragioni di cross-over, un tono maggiormente drammatico e nevrotico nello storytelling: d'altronde doveva, nei piani, sconvolgere la vita del personaggio-Peter Parker! In questo tipo di storie, però, andava benissimo lo "Spectacular Spider-Man" di Sal Buscema (a quel tempo ultra valorizzato, dalle chine oscure e nervose di Bill Sienkiewicz); nonchè la new-entry dell'epoca: John Romita Junior. E Butler? Beh Butler comunque seppe distinguersi, specie nella resa della muscolatura, mai sproporzionata, e nell'ottima cura che dedicava alla realizzazione grafica dei costumi. In questo, il tratto della tela sulle vestigia di Spider-Man era assai pulito ed ordinato (merito pure delle chine di Randy Emberlin), perfettamente coerente con le sinuosità, peculiari del suo stile.
Limitarsi a questo sarebbe, tuttavia, ingeneroso; infatti c'è da aggiungere che il disegnatore di WOSM si destreggiò più che bene anche disegnando i nuovi personaggi comprimari come "Judas Traveller", "Lo Sciacallo", il "Ragno Rosso", e "Kaine" (di quest'ultimo fu anche il creatore, in collaborazione con Kavanagh); un pò meno efficace, a mio parere, risultò essere nella realizzazione di "Venom".Giunti prossimi alla conclusione; potendone giudicare la parabola, dico subito che lo stile di Butler a me, tutto sommato, piacque; ma ammetto pure, da un lato i suoi limiti, dall'altro il fatto che egli ebbe numerosi detrattori, tra cui il grande Max Brighel, curatore delle testate ragnesche in Italia (rispondendo ad un lettore che, anni dopo l'abbandono, chiedeva lumi sulla sorte di Butler, egli espose che, in certo senso, era lieto che non disegnasse più avventure dell'Uomo Ragno!). Finita la parentesi su WOSM, i suoi impegni in Marvel diminuiscono drasticamente. Lo ritroviamo nel 1996 come di disegnatore del n.12 di "Spider-Man Unlimited" e poi, nel 1997, alle illustrazioni di uno spinn-off dedicato alla serie di cartoni animati dell'Uomo Ragno. Da quel momento in poi terminano i suoi lavori con il genere supereroico e si apre un nuovo inizio presso l'industria dei fumetti per bambini, specialmente nelle storie di "Sonic", il porcospino blu della Sega, nato da una fortunata serie di videogiochi. Butler attualmente realizza anche fumetti a sfondo religioso-cristiano.Vi lascio a qualche immagine, per rinfrescare la memoria. Ci saranno almeno tre copertine tratte da "Web of Spider-Man", nonchè la cover dell'annual 1994 di "The Amazing Spider-Man". Nota: la copertina che vedete qui in basso, sdoppiata rispetto alle altre, fu una delle rarissime, ad esser trasposta in Italia con una versione limitata in "holocover", nella fattispecie nella testata, ora cessata da anni, "L'Uomo Ragno deluxe" (numero 12, Aprile 1996).











2 commenti:

  1. Si me lo ricordo, non pensavo avesse lasciato il genere supereroico, non era male per niente. Poi secondo me è stato peggio Joe Bennet su Amazing, Butler almeno non disegnava uomini con l'aspetto di gorilla.

    Spidersense

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  2. Assurdo perdere un patrimonio artistico come quello di Steven. Non mi capacito di come la Image non lo abbia reclutato... Stava perfettamnete in linea con i lavori di Larsen certo, ma anche di Todd McFarlane suo vero ispiratore a mio modo di vedere.... Personalmente dopo la saga del clone ho abbandonato completamente la lettura delle testate dedicate a Spider-man perché nessun auture del dopo Bagley (eccezzion fatta per Romita Jr) hanno disegnato tavole all'altezza di un autore MArvel... Meglio in quel periodo pur con tutti i limiti delle storie un po' troppo scopiazzate, aver seguito la scuola Image con disegnatori inarrivabili come Jim Lee, Marc Silvestri, il compianto Michael Turner ecc..) A ridatececi Steveeeen!!!

    Grazie proprio al disegnatore dagli occhi a mandorla ho scoperto la bellezza delle avventure Dc... Justice League in primis...
    Steven Butler merita di tornare tra le star dei fumetti... e se non sta dove meriterebbe è perché probabilmnete dava fastidio forse perché somigliava a questo o a quest'altro nel tratto... e fose per questo non si è prostrato a leccare il fondoschiena a nessun big nemmeno in casa Image... DOve altrimenti negli anni 90 e 00 starebbe stato benissimo. Peccato avaerlo perso sulle pagine del ragno con buona pace di Max Brighel... ognuno è libero di pensarla come vuole...
    Ma ai tempi delle superiori io e alcuni compagni di scuola ci ispiravamo molto al disegno di Steven Butler... altro che...

    Giustizia sia fatta...
    Cordialmente
    Avenger
    Pearl MAx

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