martedì 14 aprile 2009

Rewind: Adam Strange

Recentemente ho acquistato i tre volumi di Play Extra (21-22-23 del 1992) contenenti la miniserie Adam Strange. Ad esser sinceri, l'ho fatto con più curiosità che voglia, anche perchè sebbene conoscessi il personaggio da varie altre apparizioni su testate Dc, tra cui quella della Justice League; non mi aveva mai più di tanto incantato. Obiettivamente, trovavo improponibile l'accostamento tra i leggendari supereroi della Lega, con un semplice archeologo dotato di tuta spaziale e zainetto a razzi. Come era possibile? Non mi posi più di tanto la domanda e tralasciai la risposta per anni, limitandomi a considerare Strange come un pittoresco elemento di un cosmo di personaggi esteso e variegato. Ovviamente la mia definizione, o meglio impressione, era stata quanto di più riduttivo non ci potesse essere, visto che il personaggio esiste sin dal 1958 e la sua storia editoriale ha avuto il suo nobile e meritato spessore nei decenni; ad ogni modo poco m'importava.....pareva ridicolo! Questo almeno sino alla lettura della succitata vecchia miniserie importata per la prima volta qui da noi dalle Edizioni Playpress, nei cui crediti tuonava l'accopiata Adam Kubert (matite) ed Andy Kubert (colori). Io adoro entrambi i figli d'arte del vecchio Joe, sin dai tempi della Marvel, in particolare Andy, che ha deliziato con il suo tratto moltissime letture delle testate mutanti assieme a quelle di Capitan America, nonchè degli Avengers. Adam invece l'ho apprezzato maggiormente con il tempo, poichè più del fratello, ha saputo affinare il tratto con gli anni ed, all'occorrenza evolversi cambiando stile: basta vederlo ora all'opera assieme a Richard Donner su Superman per capire quanto sia diverso, da quando disegnava Wolverine o Gli Spiriti della Vendetta per la Marvel. Su Adam Strange, Andy disegna ed Adam colora; mentre Richard Bruning sceneggia. Vediamo un pò meglio di che cosa si tratta. Adam Strange è un archeologo molto affermato, terzo figlio, probabilmente nemmeno voluto, di una famiglia forse troppo anziana sia anagraficamente che culturalmente per lui. Un giorno, ritrovando un manufatto (il Raggio Zeta), viene incautamente teletrasportato in una nuova galassia, nella fattispecie sul Pianeta Rann, dove inizia a vivere una serie di nuove avventure, specialmente come difensore "alieno" della locale popolazione. Gli abitanti di Rann sono antropomorfi, in tutto e per tutto simili agli esseri umani, ma più apatici em moralmente spenti. Infatti il loro maggior grado di evoluzione tecnologica ha fatto si che questi abusassero delle macchine, via-via, perdendo stimoli e valori. Strange invece, incarnando la vitalità della natura umana, sembra per Rann non solo una possibilità di redenzione, ma anche un modo per capire come e quanto si era sbagliato in passato. L'archeologo diviene allora una sorta di guardia nazionale, indossando elmetto, zaino a razzi ed una tuta biancorossa. Malgrado l'appariscenza (a volte anche retrò e goffa) non è assolutamente dotato di superpoteri poichè, oltre al proprio equipaggiamento, le sue maggiori risorse risiedomo proprio nella scaltrezza e nell'intelligenza, che lo mettono in condizoni di superare, anche rocambolescamente, ostacoli altrimenti improponibili. Malgrado resti comunque un alieno, nella società di Rann non solo lentamente viene accettato, ma trova anche l'amore nella giovane e bella Alanna, figlia del notabile e saggio Sadath. Nella miniserie in questione, però molte carte tornano in tavola ed a Rann non tutti sono fieri o grati di ciò che Adam Strange ha fatto per loro e preparano un colpo di Stato, pronto a rovesciare quell'ordine che Strange aveva difeso. Tornano alla ribalta anche alcune trame associate al personaggio nel corso degli anni ottanta da Alan Moore, ovvero che molto del rispetto che Rann nutre verso Strange lo si deve al fatto che ivi la popolazione è sterile e che lui, con la sua fertilità umana, può assicurare la riproduzione del popolo. Strange però non ha nemmeno il tempo per ponderare il contesto, deve infatti urgentemente tornare sulla Terra, cavalcando per l'ultima volta il raggio Zeta, giacchè il suo anziano padre sta morendo in un letto d'ospedale. Sarà per lui l'ultimo viaggio prima di tornare definitivamente a Rann. Alanna dal suo aspetta un bambino proprio da Adam e ciò non farà che avvalorare gli eventi quando la situazione politica inizierà a precipitare......
Queste in poche parole le premesse per l'avvincente trama intessuta da Brunning, anche se sporadicamente vi sono dei vistosi cali nei dialoghi, segnati da alcuni discorsi e risvolti fin troppo semplicistici e banali. Per il resto invece la storia è coinvolgente ed affascinante, un misto tra esotico ed avventura all'interno di un contesto tutto fantascentifico.....come parto d'una letteratura d'altri tempi. Andy Kubert svolge egregiamente il suo lavoro, con una magistrale cura nelle inquadrature, mentre Adam si destreggia ai colori dando a Rann una grande atmosfera e profondità, nonchè circondando di colore i tratti delle sagome, affievolendo la china in pastellate sfumature di colori caldi, come accade nelle migliori graphic novel. Insomma una lettura da consigliare ed un avvertimento a continuare a seguire i risvolti di questa trama anche dopo la fine della storia......perchè non tutto ciò che avverrà all'epilogo è scritto nella pietra: ci saranno dei cambiamenti e dei miracolosi ritorni alla vita, parola mia! Un plauso alla Playpress che nel 1992 se ne usciva con letture tanto interessanti quanto editorialmente coraggiose.......quelli erano bei tempi! Per chi volesse riprendere Adam Strange, ricordo che recentemente Planeta Deagostini non solo ha proposto delle ristampe (anche di questa minisaga), ma sta proseguendo la storia in volumi riservati al circuito delle fumetterie.....molto interessanti.
Ciriciao

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